Boes, Merdules e Filonzana

Nel famoso carnevale di Ottana, queste tre figure, strettamente interconnesse tra loro, danzano nella pantomima in cui Boe e Merdule si sfidano cercando di prevalere uno sull’altro.

Il Boe rappresenta la forza selvaggia della Natura, che non segue alcuna regola umana. La Carazza, maschera taurina realizzata in legno di pero, viene scolpita con decori e ornamenti, tra cui la tipica stella a tre punte sulla fronte e foglie verdi sulle guance. Il Boe indossa un corposo vello di pecora bianca e una cinghia di cuoio a tracolla, su erru, con un grappolo di campanacci di ferro che arrivano a pesare anche 30 kg, Is Sonazzos.

Il Merdule, il cui nome si ipotizza significhi Padrone del Bue, è il volto umano della ragione che vuole domare l’istinto brutale della bestia, col rischio di veder sopraffatta la sua volontà, trasformandosi egli stesso in un essere selvaggio. Porta una maschera antropomorfa di legno scuro, con tratti caricaturali appena sbozzati.

Anche lui indossa pelli di pecora e porta intorno alla testa su mucadore, un tipico fazzoletto nero. Col suo bastone di legno e una fune di cuoio cerca di sottomettere il Boe che attacca e si ritrae, ribellandosi al giogo. La loro lotta scomposta, feroce, a tratti comica, si svolge tra le urla e il suono dei campanacci. Spesso coinvolge la folla che assiste, che deve stare attenta a non essere travolta.

La Filonzana è l’unica figura femminile del Carnevale e un tempo usciva solo il martedì. Porta la stessa maschera del Merdule, perché per tradizione le donne non potevano partecipare alla sfilata, ma indossa i panni di una vecchia ingobbita che segue la zuffa tra i due nell’attesa di condannare a morte il Boe sconfitto.
Tiene in mano una rocca a cui è avvolto un filo di lana e porta al collo le forbici, con le quali minaccia gli astanti di tagliare il filo che li tiene in vita, specialmente se rifiutano di offrirle un bicchiere di vino. Questa figura viene spesso accomunata alle Parche o Moire greche e romane, che tessevano il filo della vita dell’uomo, attribuendogli un destino e tagliandolo quando giungeva la sua ora.

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