Bundos

È la maschera tipica del carnevale di Orani, più recente rispetto ad altre. Nel cerchio delle entità legate alla natura, i Bundos hanno un significato ambivalente, da un lato sono gli spiriti del raccolto e della rinascita, dall’altro vengono identificati con le tempeste che devastavano i campi.

Secondo i racconti, le loro voci potevano essere udite nelle notti di tempesta, durante le quali un giovane coraggioso poteva indossare i loro panni per mimetizzarsi tra loro e convincerli a non arrecare danni ai raccolti.
In quelle occasioni si usava dire “Parete chi vi sunu tottus sos Bundos a giru” (sembra che ci siano tutti i Bundos in giro).
La maschera del Bundhu è realizzata esclusivamente in sughero, con un viso dalle fattezze antropomorfe e l’espressione serafica, generalmente viene dipinto di rosso, con barba e baffi posticci e corna bianchissime, che rappresentano l’eterna simbiosi tra uomo e animale.

 

Indossa un lungo gabbano di orbace e tiene in mano su trivutzu, un forcone in legno di pero o d’olivastro.
Durante il carnevale i Bundos avanzano insieme facendo un gran baccano, quasi come se lottassero con un nemico invisibile, e col forcone incalzano gli spettatori invitandoli a partecipare al rito propiziatorio per la semina. Il più antico esemplare di questa maschera è conservato nel Museo Etnografico di Nuoro.

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