Le Janas

In gran parte del territorio sardo sono stati scoperti numerosi siti funerari composti da minuscole grotte scavate nella roccia, una accanto all’altra, e raggruppate a formare delle vere e proprie necropoli.

L’interno di queste tombe, risalenti al neolitico, era spesso decorato con incisioni, rilievi e pitture rupestri di grande valore simbolico. A causa delle loro dimensioni ridotte si diceva fossero in realtà le abitazioni di minuscole creature, le Janas appunto, da cui prendono il nome.
Le Janas sono descritte come delle piccolissime fate dalla natura ambivalente, a volte benevole e generose, altre dispettose e vendicative.

L’origine del loro nome sembra derivare da Diana, dea dei boschi e della luna, protettrice delle donne, ma in realtà le Janas vengono chiamate anche con altri nomi e descritte in svariati modi, a seconda dei vari paesi.
Comunemente sono conosciute come creature bellissime, dalla pelle luminosa e il capo coperto da un fazzoletto tessuto d’argento. Escono dalle loro case solo la notte. Sono abili filatrici, amano tessere preziosi broccati al chiaro di luna, su telai d’oro al di sotto dei quali spesso nascondono meravigliosi tesori, protetti da altrettanto terribili creature.

Sono numerosissime le leggende che riguardano le Janas, alcuni raccontano che visitassero le culle dei neonati e attribuissero loro un destino, propizio o meno, a seconda del loro umore, altri le descrivono come streghe o vampiri che si nutrivano di sangue o carne umana.
Chiunque visiti la Sardegna non dovrebbe perdersi una visita alle Domus de Janas, seguendo uno dei numerosi itinerari sulla scia delle leggende, da Nuoro a Tortolì, da Cabras a Isili o a Esterzili, alla scoperta dei tesori dell’Isola.

 

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